Contratti società di ingegneria-privati: è legittima la legge che ne riconosce la validità dopo il ‘97?
È legittima la norma del 2017 sulla validità dei contratti tra società di ingegneria e privati conclusi dopo il 1997. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale, considerando non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate dalla Corte d'Appello di L'Aquila verso l'art. 1, commi 148 e 149, l. n. 124/2017
La Corte Costituzionale, con la pronuncia in esame, ha dichiarato legittima la norma del 2017 con cui si riconosceva la validità dei contratti stipulati tra società di ingegneria e soggetti privati dopo l'entrata in vigore della l. n. 266/1997.
La Consulta ha rigettato le questioni di legittimità costituzionale della Corte d'Appello di L'Aquila relative agli articoli 1, commi 148 e 149, della legge n. 124/2017, i quali interpretavano la normativa del 1997 che aveva abrogato il divieto di esercitare l'attività professionale in forma societaria. Questa situazione aveva creato incertezze in quanto non era attuata dall'adozione di un regolamento specifico.
Il provvedimento legislativo del 2017 aveva l'obiettivo di chiarire che l'assenza del regolamento non impediva alle società di ingegneria di capitali e cooperative di continuare a svolgere la loro attività e di stipulare contratti con la pubblica amministrazione, considerando che si potevano già basare su una disciplina che permetteva tali interazioni prima ancora dell'entrata in vigore della legge del 1997. Di conseguenza, i contratti conclusi con privati da queste società a partire dalla promulgazione della legge del 1997 sono stati considerati validi.
La Corte Costituzionale ha, pertanto, approvato l'interpretazione autentica fornita dal legislatore, ritenendo l'intervento legislativo ragionevole e rispettoso sia dei diritti alla tutela giurisdizionale che dei limiti dell'iniziativa economica privata, senza danneggiare affidi meritevoli di protezione.