Covid: plausibile l’omessa presentazione dei rendiconti condominiali solo per il 2019 e il 2020
Revocato di conseguenza l’amministratore colpevole anche di non avere presentato anche il rendiconto relativo al 2018

Gli effetti sulle gestioni condominiali provocati dalla normativa emergenziale in tempo di pandemia non possono sanare le omissioni addebitabili all’amministratore. Esemplare il caso preso in esame dai giudici e relativo alla omessa presentazione dei rendiconti relativi a ben tre annualità, ossia 2018, 2019 e 2020. Inevitabile l’azione giudiziaria presentata da alcuni condòmini. Il loro obiettivo è la revoca dell’amministratore. E questa richiesta è ritenuta legittima dai giudici, poiché, osservano, il riferimento fatto dall’amministratore sotto accusa alle conseguenze provocate dalla normativa emergenziale non può legittimare anche la mancata presentazione del rendiconto relativo all’esercizio 2018. In sostanza, all’amministratore è stato addebitato di avere convocato solo nel giugno del 2021 l’assemblea condominiale per la discussione e l’approvazione dei rendiconti relativi alle annualità 2018, 2019 e 2020. Per il 2019 e il 2020, però, i giudici ritengono impossibile censurare l’operato dell’amministratore, poiché il termine di convocazione dell’assemblea condominiale è stato sospeso più volte dalla normativa emergenziale. Questo ragionamento però non può valere per il 2018, poiché l’amministratore avrebbe dovuto redigere e presentare il relativo rendiconto entro il termine di centottanta giorni dalla chiusura dell’esercizio, e dunque entro giugno 2019. Proprio per questo viene accolta la richiesta presentata da alcuni condòmini: revocato, quindi, l’amministratore. (Decreto del 14 gennaio 2022 del Tribunale di Palermo)