Detenuto con problemi psichiatrici tenuto in un carcere ordinario: Italia condannata
Evidente l’abuso compiuto dallo Stato. Reso ancora più grave dalla mancata attivazione per trovare una soluzione

Inaccettabile tenere per ben due anni in carcere un detenuto affetto da disturbi psichiatrici e destinato, come stabilito da alcune decisioni giudiziarie, ad essere trasferito in una struttura di cura ad hoc. Condannata perciò l’Italia dai giudici della Corte europea dei diritti dell’uomo. Evidente, secondo i magistrati, come in questo caso la detenzione ordinaria in carcere abbia rappresentato un vero e proprio abuso. Difatti, il detenuto, affetto da alcuni disturbi psichiatrici, è rimasto a lungo in una normale prigione, nonostante i giudici avessero affermato chiaramente che la sua salute mentale era incompatibile con tale detenzione e che era necessario il trasferimento in strutture più adeguate. Ciò ha significato per lui anche assenza di terapie. Inaccettabile come giustificazione la mancanza di posti in strutture adeguate per accogliere il detenuto. Anzi, osservano i giudici, ciò rende ancora più grave la mancata attivazione delle autorità nazionali per trovare una soluzione alternativa. (Sentenza del 24 gennaio 2022 della Corte europea dei diritti dell’uomo)