Processo esecutivo: stop all’azione del Fisco se il credito è inferiore a 120.000 euro

Il divieto legato alla cifra del credito è applicabile anche quando l’Agenzia delle Entrate interviene in una esecuzione già pendente a carico del debitore

Processo esecutivo: stop all’azione del Fisco se il credito è inferiore a 120.000 euro

Stop all’Agenzia delle Entrate che interviene in un processo esecutivo già in corso nei confronti del debitore e vanta un credito inferiore ai 120.000 euro. Applicabile, difatti, secondo i giudici, il divieto per l’agente della riscossione di dare corso all’espropriazione immobiliare se l’importo complessivo del credito non supera 120.000 euro. Ciò perché la norma, sebbene sia stata dettata nel contesto dell’esecuzione esattoriale, detta un principio di carattere generale di favore del debitore, ed è logico darvi applicazione, spiegano i giudici, anche nei casi, come quello preso in esame, in cui l’Agenzia delle Entrate interviene in una esecuzione già pendente a carico del suo debitore. Sarebbe illogico, difatti, osservano ancora i giudici, vietare all’Agenzia delle Entrate di avviare un’esecuzione esattoriale quando il proprio credito non supera i 120.000 euro e consentirle, invece, di dare impulso al processo esecutivo per un credito minore. (Decreto del 29 novembre 2021 del Tribunale di Lecco)

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