Stop alla normativa nazionale che obbliga a dichiarare i beni o i diritti situati all’estero
Censurata la legge applicata in Spagna. Evidente il trattamento discriminatorio rispetto a beni e diritti collocati in Spagna

Stop alla normativa nazionale che obbliga i soggetti che risiedono fiscalmente nel Paese a dichiarare i loro beni o i loro diritti situati all’estero. Questa la posizione assunta dai giudici comunitari, posizione che censura la misura adottata dalla Spagna, misura censurata perché comporta sproporzionate restrizioni alla libera circolazione dei capitali. Rilevante, secondo i giudici, il fatto che gli obblighi previsti per il possesso di beni e diritti all’estero non abbiano equivalenti per quanto concerne i beni o i diritti situati in Spagna, e ciò comporta una disparità di trattamento. E in questa ottica viene posto in evidenza che la legge spagnola sanziona l’inosservanza di meri obblighi di dichiarazione o di obblighi puramente formali con l’irrogazione di sanzioni forfettarie molto elevate, in quanto si applicano a ciascun dato o a ciascuna categoria di dati, a seconda dei casi, un importo base di 1.500 euro o di 10.000 euro, e che per il loro importo complessivo non è previsto un limite massimo. (Sentenza del 27 gennaio 2022 della Corte di giustizia dell’Unione Europea)